Parco regionale di Montevecchia e della valle del Curone
Il Gambero d'acqua dolce

Il Gambero d'acqua dolce, come già accennato, è un Crostaceo dell'ordine dei "Decapodi" e della famiglia degli "Astacidi" (Astacidae Latreille) a cui appartengono tre generi di Gamberi, tutti d'acqua dolce. Il conosciutissimo Astice, che è un gambero di mare, è quindi solo un parente alla lontana (appartiene al genere Homarus e ad un'altra famiglia).
Per sua sfortuna, però, di quest'ultimo, il nostro gambero condivide la prelibatezza delle carni e per questo motivo è stato oggetto, in passato, di assidua attività di cattura.
Attualmente è inserito nelle liste delle specie "vulnerabili (VU)" e pertanto soggetto a leggi di protezione.

Dove vive in Italia:
il nostro gambero è presente in tutta l'Italia continentale (Puglia esclusa) ma in maniera molto sporadica e specialmente nei corsi d'acqua di ambienti montani, sia alpino sia appenninico; la sua diffusione più marcata si ha in Friuli.
In Lombardia è presente soprattutto in alcuni corsi d'acqua delle Prealpi (sicuramente nei parchi del Ticino, del Barro, del Campo dei Fiori oltre che nel nostro).
Abitudini:
il Gambero, secondo la letteratura, può vivere fino a 15-20 anni; come habitat predilige risorgive, torrenti e ruscelli con acqua pulita e limpida e substrato pietroso; è attivo prevalentemente di notte, durante il giorno se ne sta nascosto sotto le pietre, tra le radici della vegetazione o in anfratti, naturali o scavati, nelle rive.
Nel Parco:
i ruscelli dove si sviluppa il fenomeno delle cosiddette "sorgenti petrificanti" sono gli habitat dove si ha più probabilità di incontrarlo.
Si incontrano esemplari di tutte le età, si va da quelli dell'anno, piccolissimi e quasi invisibili contro il fondale del loro identico colore ai "vegliardi" di 12cm (spesso, ma non sempre, maschi).
La presenza del gambero si rarefà fino a sparire del tutto in concomitanza dell'apparire, nelle pozze dei ruscelli, delle trote (Trota fario), immesse più a valle a fini di pesca sportiva, ma che risalgono gli alvei fin dove la massa d'acqua lo consente.

Essendo l'unica specie di gambero presente nel Parco, per distinguerlo dagli altri gamberi si rimanda alla bibliografia;
interessante (e utile a fini di censimento e monitoraggio) è invece distinguere i due sessi; le due fotografie, prese nel Parco, dovrebbero sufficientemente evidenziare un modo semplice per distinguerli.