Parco regionale di Montevecchia e della valle del Curone
campagne di monitoraggio

Nel mese di maggio 2008 alle G.E.V. è stato chiesto di collaborare ad una campagna di monitoraggio sulla diffusione dello Scoiattolo rosso ma soprattutto dello Scoiattolo grigio all'interno del Parco e nelle aree boscate limitrofe, in particolare verso il Monte San Genesio.
Per il controllo della presenza o meno di questi scoiattoli è stato prescelto un metodo molto semplice e per niente costoso, una volta stabilito che i rilevatori sarebbero state le G.E.V. e quindi dei volontari.
Il territorio è stato diviso in quadranti di un chilometro di lato e, per ridurre i controlli, nella metà di essi (uno si ed uno no) sono stati individuate delle aree boschive in cui installare le stazioni di rilevamento.
Ogni stazione è stata attivata con 10 "trappole" poste, più o meno in linea, ad una distanza media di una decina di metri tra loro.
Ogni trappola è costituita semplicemente da un tubo in plastica di una trentina di cm, del diametro di 60-80 mm (sezioni di tubo usati in edilizia per convogliare i piccoli scarichi e dal costo irrisorio) fissato, in posizione orizzontale, ad un tronco o ad un ramo all'altezza di 1,5-2m da terra. Nella parte alta delle 2 entrate sono fissati con grossi fermagli degli archi (un anello di 5-6cm di lunghezza del medesimo tubo tagliato poi in tre pezzi fornisce i due archi, più una scorta) sulla cui parte concava è applicato un pezzo di nastro bi-adesivo.
La semplice idea che sta alla base di queste "trappole" è che chiunque entri a curiosare, attirato dal cibo esca posto all'interno, lasci qualche suo pelo appiccicato al nastro e quindi smascheri la sua presenza (non per niente in inglese queste trappole si chiamano hair-tubes cioè "tubi pelosi, tubi da pelo".
Limite di questo controllo è l’impossibilità di stabilire l'assenza di una specie da un territorio (nessuno è "obbligato" ad entrare!) ed il numero di animali della stessa specie presenti, consente solo di affermare la presenza di una data specie in quel territorio.
Come esche sono state usate arachidi, noci, nocciole, castagne e semi di girasole.

Le 18 stazioni sono state controllate da fine maggio ad ottobre (una 19° stazione è stata attivata in ottobre sul San Genesio presso il nucleo di Campsirago) con cadenza più o meno quindicinale, recuperando gli adesivi con peli o non più funzionali e sostituendoli con nuovi e reintegrando il cibo.
Fortunatamente non si sono verificati atti di vandalismo (su tutti i tubi era riportata la denominazione dell'Ente Parco).

Il lavoro assiduo delle G.E.V. ha permesso, allo studio "Fauna Viva", di analizzare 510 campioni (cioè 510 adesivi con peli)!.
L'analisi è primariamente visiva, se dopo questa persistono anche minimi dubbi si passa al microscopio bi-oculare e, grazie alla diversa struttura dei peli, si è in grado di stabilire la specie di appartenenza.
Qualche foto di una trappola, con il bi-adesivo fissato su un substrato più sofisticato del semplice arco di tubo!
risultati del monitoraggio

I risultati ottenuti confermano la diffusione dello Scoiattolo rosso in tutto il Parco e sulle pendice del San Genesio, ma nel contempo confermano ciò che si temeva, ovvero che lo Scoiattolo grigio non è più confinato ai bordi nord-occidentali del territorio.
Campioni di pelo sono stati infatti trovati in diverse stazioni all'interno del Parco.
La mappa qui riportata mostra il risultato del monitoraggio.

Come si vede lo scoiattolo grigio è stato rilevato in 5 stazioni su 18, ma al di là del numero, quello che appare più grave è il fatto che queste stazioni sono sparse per tutto il Parco, a dimostrazione che la specie aliena non è più confinata nella zona prossima al luogo di rilascio ma negli anni si è distribuita allargando il proprio areale.

Vedremo quali saranno (se ci saranno) le prossime mosse dei vari enti interessati!